TRAGEDIA DI MARCINELLE, BRACCINI (FIOM): “I LAVORATORI VENIVANO SCAMBIATI PER IL CARBONE. IL CARBONE NON ARRIVO’ MAI”

TRAGEDIA DI MARCINELLE, BRACCINI (FIOM): “I LAVORATORI VENIVANO SCAMBIATI PER IL CARBONE. IL CARBONE NON ARRIVO’ MAI”

8 Agosto, Giornata del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo
In memoria della tragedia di Marcinelle (1956)
I lavoratori venivano scambiati per il carbone. Il carbone non arrivò mai.

L’8 agosto 1956, a Marcinelle, in Belgio, persero la vita 262 minatori, di cui 136 italiani,
intrappolati nella miniera di Bois du Cazier. Erano emigrati, partiti per necessità, mandati a lavorare a mille metri sotto terra in
condizioni inaccettabili. L’Italia aveva stretto un accordo con il Belgio: carbone in cambio di manodopera. Ma quel carbone non arrivò mai. Arrivarono invece bare, dolore e silenzio. Quel giorno, come tanti prima e troppi dopo, si morì lavorando.
A distanza di quasi 70 anni, Marcinelle non è solo un ricordo lontano. È lo specchio di un presente in cui si continua a morire di lavoro, spesso per
mancanza di sicurezza, per ritmi insostenibili, per l’idea, ancora troppo diffusa, che il profitto venga prima della vita.
Anche oggi, nel 2025, ogni giorno in Italia muoiono in media 3 persone sul lavoro. Sono operai, metalmeccanici, tessili, edili, tecnici, autisti. Lavoratrici e lavoratori che escono di casa e non fanno ritorno. E ogni volta ci sentiamo ripetere che è una fatalità, un
incidente, una sfortuna. Ma non esistono morti sul lavoro per fatalità: vi sono sempre delle gravi
responsabilità.
La verità è che le morti sul lavoro non sono eventi casuali, ma il risultato di scelte sbagliate, del lavoro precario e sotto ricatto, di mancati investimenti sulla sicurezza, omissioni, negligenze, mancanza di controlli e prevenzione.
Questi uomini e donne in passato hanno contribuito a costruire lo Stato fondato sul lavoro, i diritti universali e la dignità, che noi abbiamo ereditato e dobbiamo difendere. Il loro sacrificio non è stato vano, ma deve essere un monito e un impegno quotidiano.
Marcinelle ci ricorda che la sicurezza sul lavoro è un diritto universale, non un costo da tagliare.
Oggi, ricordando quei 262 morti, chiediamo rispetto per tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Chiediamo che la vita venga prima del profitto, che il lavoro torni ad essere dignità, non rischio, e che nessuno sia più barattato per un obiettivo di produzione.
Non vogliamo più commemorare. Vogliamo prevenire e lotteremo per questo.

Massimo Braccini
Segretario Generale FIOM Livorno e Grosseto

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