“Abbracci di cultura” è il titolo del 4° Forum nazionale della Scuola del Popolo che si svolgerà a Livorno il prossimo 3-4 ottobre organizzato presso, e con, la Cgil di Livorno.
Una scelta simbolica, quasi provocatoria per i giorni che viviamo. Parliamo infatti della città dell’accoglienza, culla delle Leggi Livornine, emanate da Ferdinando I de’ Medici. Un porto franco aperto a tutti, dunque, a partire dagli ebrei scacciati dal resto dell’Europa. Un esempio di accoglienza come lo è stato l’impegno della Scuola del Popolo di Livorno che ha accolto i lavoratori stranieri in questi ultimi due anni, offrendo non “solidarietà di maniera”, ma un aiuto concreto per apprendere i rudimenti della lingua italiana. Un impegno di frontiera, ovviamente, in attesa si creino per loro gli spazi di accesso ai servizi offerti dal CPIA.
In questa attività la Scuola del Popolo di Livorno ha agito all’interno e in collaborazione con l’Associazione culturale Scuola del Popolo, che ha contribuito a fondare a Prato (settembre 2024). L’Associazione nasce unicamente per proseguire la realizzazione di quel progetto ideato nella Cgil Sarda nel 2019 e proseguito poi con la Flc Nazionale sino al 2023.
L’attività della Scuola del Popolo nacque come una sfida politica lanciata da alcune Camere del Lavoro e da varie categorie territoriali con tanti volontari che scelsero la cultura come strumento di azione politica controcorrente.
Perché la cultura? In Italia quasi un terzo della popolazione adulta vive una condizione di analfabetismo funzionale, con difficoltà a comprendere testi, orientarsi tra informazioni e usare strumenti digitali. In concreto si tratta dell’origine degli attuali acciacchi della nostra democrazia dato che Tullio De Mauro ha sempre sostenuto che la democrazia, senza un’adeguata cultura, rischia di diventare un insieme di strumenti vuoti e privi di efficacia. Ma anche peggio: l’analfabetismo funzionale limita la partecipazione sociale e favorisce l’isolamento, che a sua volta riduce stimoli e occasioni di apprendimento, aggravando il problema. Un ciclo che si autoalimenta, rafforzato da fattori come povertà, età avanzata, aree periferiche e digital divide.
Questo fenomeno in Italia si aggiunge a quella che possiamo definire la “solitudine moderna” che, invece, trova le sue radici nel neoliberismo e nella globalizzazione. Diversi autori, sottolineano come il paradigma neoliberista del “dover fare” e “dover essere” abbia sostituito la solidarietà sociale con il conflitto e la competizione, alimentando la solitudine. Crolla, di conseguenza, la credibilità e l’influenza delle istituzioni come le conoscevamo, si indeboliscono le reti sociali amicali e parentali, come scrive Zygmunt Bauman. Ci troviamo, cioè, nel “secolo della solitudine”, come lo chiama Noreena Hertz. Attenzione: non si tratta più di un leggero disagio che il singolo può/deve risolvere autonomamente. E’ qualcosa di più serio.
La stessa OMS ha pubblicato a giugno del 2025 il rapporto “From Loneliness to Social Connection” che invita i decisori politici ad affrontare il problema della carenza delle relazioni “connessioni” umane, in quanto la loro assenza o inadeguatezza porta a delle ricadute drammatiche anche sulla salute delle persone.
Importante notare che i giovani, secondo l’OMS, sono i più colpiti (adolescenti e giovani 13-29 anni riportano tassi di solitudine tra il 17-21%). L’Italia da parte sua ha, tra i paesi OCSE, un livello di percezione della solitudine superiore alla media degli altri paesi. Che fare? La soluzione passa nella creazione di spazi di socialità e tanta animazione culturale condivisa. Questo è quello che la Scuola del Popolo propone quasi quotidianamente dove presente, adattandosi alle specifiche caratteristiche territoriali in cui si trova ad operare, favorendo di fatto la ricostruzione di comunità e la cittadinanza attiva. A questo si aggiunge la sua attività sui social cha ha favorito la creazione della rete delle Scuole del Popolo.
L’esperienza maturata in questi ultimi sei anni di attività ha permesso l’elaborazione di una strategia che punta alla valorizzazione della cultura popolare come contrasto alla solitudine e all’isolamento. I risultati sono incoraggianti. Dall’analisi di questa situazione nasce l’esigenza di una discussione sul futuro della nostra società.
Lo faremo all’interno del convegno “Intrecci, tradizione e innovazione a contrasto della solitudine”, che metterà a confronto sindacalisti, filosofi, medici, psicologi, sociologi, il mondo giovanile e del volontariato nel pomeriggio del prossimo 3 ottobre nella Camera del Lavoro di Livorno. Nella mattinata del 4 ottobre la Scuola del Popolo di Livorno presenterà la sua attività e ci si potrà incontrare con le altre Scuole del Popolo ospiti. Da sottolineare la presenza di circa 20 corsisti e attivisti provenienti dalla Sardegna, che non sono voluti mancare all’appuntamento autofinanziando i costi della partecipazione. Il Forum si concluderà con l’arrivederci al 2026.
Gianfranco Francese (segretario generale Cgil Livorno)
Ivo Vacca (presidente nazionale associazione Scuola del Popolo)
Licia Mataresi (referente Scuola del Popolo Livorno)

