Il coro del silenzio, la professione del marittimo

porto2000Giuseppe Primavera, marittimo e delegato della Filt CGIL di Livorno, descrive, nella lettera riportata di seguito, la difficile condizione della professione, sottolineando quanto sia difficile avere continuità di lavoro nel settore e, quanto, anche una volta ottenuto un imbarco stabile, un lavoratore venga messo alla prova, sia in termini affettivi che di salute.

Per entrare nel mondo del lavoro, oggi, è estremamente complicato, a meno che non si sia un “ fenomeno”, ma sono pochissimi i casi ” anche loro se la passano male” ( vedi fuga di cervelli). E questa viene definita “selezione”.
Questo è il mondo che tutti conoscono, ma il mondo “ ALIENO” dei marittimi è conosciuto solo da chi ne fa parte e vorrei provare a spiegarvelo, spero in poche parole, per far capire quali aspettative un giovane ha nel mondo marittimo.
Avere 16-18 anni e sognare di girare il mondo a bordo di splendide navi, facendo carriera dopo anni di pratica e sudore è veramente “sognare”.
Il primo ostacolo “importante” si presenta subito al momento di ottenere il famoso Libretto d’imbarco, ed incomincia la “selezione”.
Con le attuali normative bisogna frequentare dei corsi obbligatori che con dei costi elevati che superano i mille euro nella migliore delle ipotesi, più, visite mediche ,marche da bollo per ogni attestato ,bollettini postali, vaccinazione obbligatori ed ecc. ecc., eccoci giusto all’inizio della burocrazia italiana
Dopa 3/4mesi ed una spesa di 1.500,00 euro per un disoccupato in cerca di lavoro (e non è un cifra da poco) e di un sogno , prende la forma di un libretto di navigazione che altro non che un foglio provvisorio d’imbarco.
E non tutti i sogni hanno un lieto fine.
Dopo anni di sacrifici morali e fisici, con micro vibrazioni continue, anche quando riposi in una piccola cabina a cuccetta con la nave ferma in porto, grandi vibrazioni durante la navigazione, e quando c’è il mare mosso per mangiare, se c’è la fai con i tempi e gli orari da rispettare, devi mantenere
Il bicchiere con la sinistra e il piatto con la destra, e se non bastasse anche con generi alimentari tutti congelati, forse di buonissima qualità (?), ma pur sempre congelati.
Disagi fisici: Come quando sei appena partito dal Sud Africa con temperature sotto lo zero e dopo 3-4 giorni sei all’Equatore con temperature che superano i 35-40 gradi, giusto per menzionare lo sbalzo termico.
Disagi morali: quante ricorrenze passate in solitudine. s.s.natale ,s.s,pasqua nascite dei tuoi cari ed altro.
Disagi affettivi: se sei uno dei fortunati(?), che da 40 anni lavora senza interruzione, vuol dire che nella migliore delle ipotesi sei stato un marito e un padre a metà, perché l’altra metà l’hai passata a bordo con i tuoi colleghi.
Dopo tutti questi sacrifici ti illudi di far parte di quella categoria di lavoratori usuranti , lavori gravosi, o lavori pesanti; invece no, ma forse hanno ragione quando dicono che noi marittimi facciamo parte dei lavoratori CONSUMANTI che è una tutt’altra categoria .
Come categoria “LAVORATORI PRECOCI” devi possedere almeno 1 anno di contributi con età anagrafica al di sotto dei 19 anni, quei pochi che hanno i requisiti, devono essere o disabili o avere un familiare disabile, o essere disoccupato senza ammortizzatori sociali. Ma i marittimi del turno generale tutte le volte che sbarcano sono disoccupati senza ammortizzatori sociali e comunque devono raggiungere almeno 36 anni di contributi, se gli va bene riescono a navigare 6 mesi all’anno; per la disabilità ovviamente nessuno spera che sia quello il motivo del pensionamento ed una persona e lungi di non beneficiarne mai.
Per ultimo, ma non per importanza “GLI ESAMI NON FINISCONO MAI”
I marittimi italiani imbarcati, tutte le settimane devono svolgere le esercitazioni obbligatorie (INCENDIO, ABBANDONO NAVE, EMERGENZA ECOLOGICA, UOMO IN MARE ) ma i nostri istruttori sono tutti ufficiali italiani, e fino a prova contraria sono sempre stati il fiore all’occhiello della marineria Italiana nel mondo.
Tutti i marittimi sono “OBBLIGATI” a conseguire i titoli presso istituti e scuole autorizzate ed accollarsi i relativi costi alti.
Ma non tutti i marittimi hanno alle loro spalle società come la mia, che si è accollata tutte le spese dei corsi e relativa logistica.
Ecco come è il mondo marittimo e come sta cambiando, al contrario dei sogni o delle fiabe, qui da noi non vale la regola “ E VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI”.
PRIMAVERA GIUSEPPE

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