Siglati in tutti i negozi di Unicoop Tirreno della provincia di Livorno, accordi di flessibilità, in qualità di strumento utile all’organizzazione del lavoro, per il possibile recupero di sacche di improduttività, incentivate dalla forte escursione di vendite tra periodi basso vendenti e quelli alto vendenti.
Poiché lo strumento della flessibilità agisce sulla programmazione degli orari di lavoro, a fronte di un eventuale carenza di ore di lavoro si può intervenire riducendo gli orari e aumentando gli stessi in presenza di una maggiore necessità di ore, ai lavoratori full-time ai lavoratori part-time. Riguardo quest’ultimi, come previsto dalle leggi vigenti, la Cooperativa deve chiedere la loro disponibilità a effettuare forme di flessibilità.
La programmazione degli orari di lavoro, in attuazione degli accordi di flessibilità, deve scaturire dal tavolo di confronto, sempre attivo, tra il Capo Negozio e le RSA/RSU sia per la flessibilità negativa, che per la positiva.
Prima di iniziare eventuali programmi di flessibilità, negli accordi è previsto l’azzeramento di eventuali ferie e permessi di riduzione orario degli anni precedenti per tutti i lavoratori.
In questo contesto, l’utilizzo di tale strumento tende a mitigare la forza lavoro disponibile rispetto ai flussi di clientela in proporzioni piu’vicine al servizio occorrente.
Inoltre, tramite un’applicazione corretta dell’ART.117 del CCNL delle Cooperative, si deve e si può migliorare la programmazione delle ferie e la fruizione dei permessi di riduzione orario, rendendola più consona alle esigenze familiari dei lavoratori, escludendo le cosiddette “ferie forzate”, fuori da ogni logica di programmazione condivisa.
I lavoratori devono essere preventivamente informati dell’eventuale attuazione del programma di flessibilità scaturito dal tavolo di confronto .
Le ore programmabili negative e/o positive sono :minimo 1 massimo 5.
Alla luce dei nuovi accordi di flessibilità, dopo anni di prove sperimentali, la Filcams CGIL ritiene che, con la nuova stesura, il sistema dovrebbe funzionare e raggiungere abbastanza bene il punto di equilibrio necessario per cercare di mantenere nella programmazione della flessibilità un trattamento omogeneo per tutti i lavoratori.
In altre parole, se il sistema regge e non accentua malessere tra i lavoratori nel trattamento di applicazione, lo stesso aiuterà anche a migliorare l’organizzazione del lavoro e la redditività dei negozi.
In sostanza se la flessibilità positiva si attua esclusivamente a recupero della negativa, il sistema funzionerà perché non solleverà dubbi fra i lavoratori nella programmazione futura.
Riteniamo inoltre che, quando il sistema entrerà nel suo pieno regime rotativo, la flessibilità positiva a recupero della negativa, e se funzionerà come noi crediamo, lo strumento della flessibilità potrebbe rimanere utilizzabile al bisogno: un eventuale monte ore negative cumulate nei periodi basso vendenti darebbe alla cooperativa la possibilità di avere un budget di ore certo da impiegare in periodi di maggiore flusso di clientela, finalizzato, per quanto ci riguarda, a mantenere inalterati i livelli occupazionali.