Si è tenuta questa mattina una assemblea di tutti i lavoratori dello stabilimento Jsw, GSI e Piombino Logistics, molto partecipata, tanto da doverla svolgere all’aperto. L’argomento più dibattuto è stato ovviamente l’accordo firmato venerdì con la Direzione Aziendale necessario a rinnovo della cassa integrazione scaduta lunedì 7 gennaio e che ha visto ridurre a soli 500 Lavoratori su 1310 i lavoratori con cartellino attivo che con il principio di rotazione manterranno in vita il treno rotaie, l’unico impianto di laminazione attivo da alcuni anni.
Un accordo che Fim Fiom e Uilm hanno voluto verificare con i lavoratori, sebbene avessimo già espresso un parere positivo sui risultati raggiunti, visti i presupposti di partenza:
Era stato inserito il principio delle rotazioni dei lavoratori in cassa integrazione con cartellino attivo, migliorando le condizioni di equità interna.
Era stata assicurata e garantita l’assenza di esternalizzazioni delle attività durante il periodo coperto dalla cassa integrazione;
Era stata garantita la possibilità di verificare mensilmente il rispetto e l’utilizzo delle ferie e permessi e nel caso dell’utilizzo di personale dai centri di costo inattivo.
Sebbene penalizzati da un memorandum firmato dalle Istituzioni (RegioneToscana, Comune e Governo) che accettava supinamente sotto dettatura la pretesa di avere solo 400 dipendenti, senza alcuna discussione di merito sui piani industriali…. eravamo riusciti faticosamente ad elevare quel numero a 500 unità.
Infine, non meno importante, avevamo preteso e ottenuto che la scelta dei lavoratori che loro malgrado si sarebbero visti inserire nel gruppo dei lavoratori inattivi, sarebbe avvenuto applicando dei criteri di scelta oggettivi previsti dall’articolo 5 legge 223 ossia:
⁃ Esigenze tecnico produttive;
⁃ Anzianità lavorativa;
⁃ Carichi familiari.
In trattativa e prima della firma, abbiamo chiesto a più riprese garanzie sulla capacità aziendale di applicare quei criteri in maniera trasparente e corretta.
Nella fattispecie abbiamo chiesto esplicitamente che l’anzianità presa in considerazione fosse quella “convenzionale”, ossia valesse la data della prima assunzione dentro lo stabilimento.
Oggi a pochi giorni, da quella firma, ci troviamo di fronte a quello che appare nel migliore dei casi una beffa o un inganno, ossia l’azienda applica l’anzianità maturata per tutti nel 2015 (passaggio dalla Lucchini in amministrazione straordinaria ad AFERPI). Di fatto rendendo nullo un criterio di cui chiedevamo espressamente conto.
A questo proposito, abbiamo rassicurato i lavoratori che sarà nostra cura tutelati anche in ogni sede nessuna esclusa, qualora si sentissero discriminati. Nei prossimi giorni, chiederemo conto all’azienda di tutto ciò, nella speranza che non voglia assumersi la responsabilità di un atto non vorremmo compiere e responsabilmente e correttamente voglia rivedere tali orientamenti. In caso contrario, valuteremo la decisione di procedere alla disdetta degli accordi del 2015 per ripristinare l’anzianità convenzionale.
Se La Corte di Cassazione afferma che il datore di lavoro può liberamente recedere da un accordo che non abbia un predeterminato termine di efficacia siamo certi che i nostri legali riterranno che possa essere un’azione adita anche dalle organizzazioni sindacali.
Fim Fiom Uilm Provinciali Piombino 9 gennaio ‘25