A.Am.P.S.: chi ne esce sconfitta è la città di Livorno

Assemblea Aamps
Nell’attuale stato di difficoltà della città, il dibattito su chi ha vinto o perso interessa poco o nulla.
Forse è più interessante ricordare che la tutela dei lavoratori precari è iniziata oltre 10 anni fa, quando il servizio fu affidato a Manutencoop per poi passare, nei cambi appalto, attraverso Aimeri, Arca/C.F.T. , e infine ritornare in A.Am.P.S., attraverso una reinternalizzazione fatta al solo fine di rispondere alle necessità di bilancio, gravato dalle esposizioni finanziarie e nei confronti dei fornitori.
Il tutto è iniziato quando Filippo Nogarin e Giovanni Golino facevano altro nella vita, ma chi c ‘era già è la Cgil, che ha garantito tutela a questi lavoratori, e a cui si è aggiunto il Fiadel al momento della reinternalizzazione in Aamps.
Oggi viene ripristinato il diritto di questi lavoratori al contratto a tempo indeterminato, che ne godevano quando il servizio era esternalizzato, per venire precarizzato durante la gestione Chioini-Fommei e per poi rischiare addirittura di perdere il posto durante il Governo 5 Stelle, che ha annunciato di andare al concordato senza aver prima stabilizzato i contratti precari.
E’ grazie al Consiglio Comunale, che, con voto unanime, ha dato mandato al Sindaco di trasformare i contratti di tutti e 39 i precari in tempi indeterminati prima della procedura fallimentare.

I ringraziamenti vanno a tutti i gruppi consiliari che su questo tema hanno saputo superare diversità e contrapposizioni, per trovare una sintesi di tutela della piena occupazione, a partire dal gruppo 5 Stelle che, nella persona del capogruppo, ha legato la sua permanenza in Consiglio all’assunzione di tutti i 39 precari e alla salvaguardia di tutti i posti di lavoro, indotto compreso.
Con soddisfazione si registra la contrarietà di Cisl e Uil al percorso fallimentare, ma più che ai giornali dovrebbero dirlo ai lavoratori che in A.Am.P.S. , nonostante fossero iscritti o addirittura ricoprissero incarichi sindacali, proprio con Cisl e Uil, hanno sempre partecipato alle manifestazioni e agli scioperi indetti da Cgil e Fiadel.
L’ A.Am.P.S. non è un carrozzone, è un esempio positivo di industria Pubblica che funziona, i cui standard sono anche riportati come esempio nel panorama nazionale, dove gli amministrativi sono una stretta minoranza e i lavoratori hanno con passione lottato contro lo spettro delle procedure fallimentari, ma sempre facendosi carico di riportare la città alla sua bellezza, a dispetto delle menzogne di chi ha detto che avrebbero rovesciato i cassonetti.
Il Sindaco può vantare la vittoria d’aver obbligato l’A.Am.P.S. ad andare al concordato, ma chi ne esce sconfitta non è la Cgil, ma la città intera.
Il concordato è uno spreco di denaro pubblico perché può costare 1,5 milioni di euro in incarichi: legale, asseveratore, commissario, liquidatore giudiziario, advisor, periti, quando sarebbe sufficiente ristrutturare il debito, grazie allo stato dell’azienda che è in grado di stare in piedi sulle proprie gambe, con una gestione caratteristica già oggi è in sostanziale equilibrio, e ancora di più a seguito della nomina del nuovo CdA, composto da alte professionalità che godono della piena fiducia della proprietà, in grado di stilare il piano industriale e di gestire il rapporto con i creditori senza lo sperpero di soldi pubblici che comporterebbe il concordato.
Sarebbe sufficiente che la proprietà affidasse al nuovo organo amministrativo le cifre già approvate e accantonate in Consiglio, sbloccando, così, i pagamenti arretrati verso l’indotto, che verrebbe messo in sicurezza dal rischio fallimento a cascata, a cui sono esposte attualmente le aziende dell’indotto livornese, e, finalmente, si garantirebbero gli stipendi a queste centinaia di lavoratori.
La coerenza è un invito che raccogliamo con favore e che riproponiamo all’Amministrazione Comunale, ricordando che la Cgil e i lavoratori non si sono mai tirati indietro dal confronto e dalla volontà di risolvere le difficoltà di A.Am.P.S. , come fecero durante la reggenza Rosi, durante la quale volontariamente rinunciarono alla produttività e poi chiesero verifiche sul successivo bilancio di Fommei e Chioini che, inaspettatamente, chiuse in positivo, Bilancio firmato dal Sindaco Cosimi senza il collegio sindacale, ma poi confermato dal Sindaco Nogarin, che, sempre per coerenza, confermò il dg Fommei.
La Cgil lottò contro la decisione di Cosimi di applicare il contratto Multiservizi allo spazzamento, lotta rimessa in campo contro Nogarin che riprese l’idea di Cosimi, aggravandola con l’assenza della clausola sociale integrale, quindi con decine di posti di lavoro a rischio.
La Cgil da oltre un anno e mezzo chiedeva il confronto per dare garanzie occupazionali e salariali ai lavoratori diretti e dell’indotto, ma l’Amministrazione ha sempre insistito sul valore della parola del Sindaco, che in persona aveva promesso la ricapitalizzazione dell’azienda, e sempre per la desiderata coerenza, una notte di novembre ha deciso di portare i libri in tribunale.

Giovanni Golino Segretario Generale FP CGIL Livorno

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