A.Am.P.S., CGIL “L’alternativa al concordato c’è ma l’Amministrazione non ci ascolta”

AAMPS Prefettura
Al tavolo di crisi in Prefettura convocato per discutere della difficile situazione di A.Am.P.S. è stato muro contro muro tra l’Amministrazione Comunale e i sindacati CGIL e Fiadel che, insieme, rappresentano il 90% dei lavoratori della ex municipalizzata.
I rappresentanti sindacali, accompagnati al tavolo da tutta la RSU A.Am.P.S., compresa quella Cisl nonostante lo strappo consumato da Cisl e Uil, hanno chiesto all’Amministrazione di ritirare il concordato preventivo “Per darci modo di sospendere lo sciopero previsto per il 9 e 10 dicembre – sottolineano i rappresentanti sindacali – abbiamo chiesto all’Amministrazione di dare un segnale concreto di distensione, togliendo dal tavolo il concordato preventivo”.
Da parte loro i sindacati hanno avanzato anche delle proposte per salvare l’azienda, utilizzando strumenti che non ne implicassero il fallimento “La nostra proposta è concreta – illustrano CGIL e Funzione Pubblica – abbiamo chiesto che i 3,2 milioni di tagli al bilancio 2015 vengano messi immediatamente a disposizione di A.Am.P.S. per permettere all’azienda di superare la delicata fase di dicembre. Vogliamo sottolineare l’azienda, al di là delle cifre a caso che sono state diffuse, ha uno squilibrio di bilancio pari a 10, 7 milioni di euro e per il 2016 sono già stati previsti dall’Amministrazione oltre 7 milioni di tagli evitabili: i lavoratori sono disposti a ricontrattare tutto il secondo livello e A.Am.P.S., grazie al proprio patrimonio e agli investimenti, potrebbe accendere un mutuo per 3 milioni. A questo punto rimarrebbero 3 milioni da trovare entro il 30 giugno 2016, ma l’Amministrazione potrebbe ridurre l’ammontare del debito grazie a una ristrutturazione che non passi dal concordato, al quale i creditori si sono dimostrati palesemente contrari”.
Nonostante l’articolata proposta, gli amministratori presenti al tavolo hanno tenuto il punto, dichiarando che la supervisione di un giudice offrirebbe maggiori garanzie per un risanamento definitivo “Abbiamo cercato di far capire a Lemmetti, Sorgente e Martini – spiega Maurizio Strazzullo – che il concordato non esiste, CNA e Confindustria lo hanno già palesemente bocciato, insistere su questa strada significa portare A.Am.P.S. al fallimento e il Comune rischierebbe il dissesto di bilancio. Oltre ai lavoratori, a pagare le scelte di questa Amministrazione saranno tutti i cittadini livornesi, non di certo chi ha fatto sì che si determinasse questa situazione, come invece sostiene la campagna mediatica del M5S, anzi, così facendo, pagheranno ancora meno”.
Ad aggravare la situazione è intervenuta, poi, la relazione tecnica del presidente di A.Am.P.S., che ha informato i presenti che il taglio di bilancio 2015 non andrà nelle casse dell’azienda “Iacomelli ci ha informati che sono state operate delle variazioni di cassa per garantire stipendi e tredicesime dei dipendenti – dice Giovanni Golino – ma non sarà possibile saldare le commesse delle aziende dell’indotto, già questo comporterà una grave crisi occupazionale e salariale per tutti i lavoratori dell’indotto”.
Le tredicesime, qualora si andasse al concordato, dovranno essere erogate prima della firma, in quanto, successivamente, ogni operazione sarà sottoposta all’approvazione del Tribunale, così come la stabilizzazione dei 38 precari “Da settembre l’azienda ha chiesto il via libera alla stabilizzazione, senza ricevere risposta – prosegue Golino – l’Amministrazione dice di attendere una relazione dal segretario comunale per dare il via libera, ma non è chiaro se tale parere sia stato ufficialmente richiesto. Se la richiesta fosse stata inoltrata, comunque, sarebbe successiva al 4/12/15 e, in ogni caso, in sede prefettizia l’assessore Lemmetti si è detto contrario alla stabilizzazione pre concordato. Se si andasse al concordato sarebbe poi il giudice a dover decidere in merito alle stabilizzazioni, ma entro il 31 dicembre e francamente i tempi ci sembrano decisamente troppo stretti”.
“Al tavolo è emerso un altro elemento preoccupante – conclude Strazzullo – da luglio A.Am.P.S.ha presentato un piano industriale e finanziario che l’Amministrazione non ha mai approvato né ufficialmente emendato, nonostante le sollecitazioni: questo è un indizio che il destino di A.Am.P.S. è stato deciso da tempo e senza alcuna forma di dialogo, oggi ritirare lo sciopero non è possibile, mentre è ancora possibile ritirare il concordato”.

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