Nuovo codice degli appalti: il punto della situazione

appalti
Il settore degli appalti genera in Italia il 15% del PIL, impiegando un elevatissimo numero di lavoratori.
La scomposizione dei cicli produttivi avvenuta negli ultimi decenni ha moltiplicato le realtà all’interno delle quali si fa ricorso al lavoro in appalto e ha, alle volte, favorito l’insorgere di situazioni di illegalità e sfruttamento.
Bene ha fatto quindi la politica a mettere in cantiere “Il codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione”, quale testo unico per disciplinare il settore.
Il dialogo tra le parti sociali e il Governo ha permesso di migliorare il testo originario, introducendo l’espresso richiamo all’applicazione dei contratti collettivi, le clausole sociali nei cambi di appalto, la continuità del rapporto di lavoro in caso di cambio di appalto nel settore call center.
Per raggiungere gli obiettivi di trasparenza, legalità, diritti del lavoro che ci prefissiamo quale scopo di questa innovazione normativa, restano da migliorare alcune criticità importanti e ci auguriamo, quindi, che nei prossimi giorni ci sia una ulteriore fase di ascolto delle organizzazioni sindacali.
In particolare:
Si dovrà intervenire per chiarire che i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro applicabili siano esclusivamente quelli siglati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative
Bisognerà dare certezza rispetto all’esigibilità delle clausole sociali, svincolandole dalla eventuale volontà di applicazione della stazione appaltante
Negli appalti pubblici si dovranno introdurre limiti certi rispetto alla percentuale di lavoro subappaltabile (max 30%), limitando il massimo ribasso al 10%, favorendo inoltre la trasparenza e limitando la penetrazione malavitosa prevedendo l’obbligatorietà di una terna di subappaltatori all’interno dei quali effettuare le scelte .
Si dovranno prevedere le modalità di subentro della nuova normativa rispetto a quella preesistente, evitando così vuoti normativi che potrebbero bloccare il sistema appalti.
Nella nostra proposta di legge sulla Carta dei Diritti Universali del Lavoro come Cgil abbiamo considerato essenziale garantire dignità e libertà ai Lavoratori di ogni settore,compresi i Lavoratori degli appalti, rispetto ai quali abbiamo elaborato proposte precise come la responsabilità solidale tra committente e appaltatore e le clausole sociali integrali nei cambi di appalto.
Solo un quadro di regole certe potrà garantire libertà e dignità sul posto di lavoro promuovendo anche una sana competizione basata sulla crescita delle competenze e sull’innovazione.
La nostra azione di stimolo verso il legislatore resterà in campo fino alla realizzazione di tale compiuto sistema di regole.

Filippo Bellandi
Coordinamento appalti CGIL provincia di Livorno

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.