Servizi educativi, oggi raffreddamento in Prefettura

bolla
Sarà sciopero dei servizi educativi del Comune di Livorno se il tavolo di raffreddamento in Prefettura, programmato per domani 19 aprile, tra Amministrazione e rappresentanti delle lavoratrici di CGIL e UIL non dovesse dare risultati.
Nulla è cambiato dalla coloratissima manifestazione che aveva visto protagoniste le maestre del Comune di Livorno: tra parte datoriale e rappresentanti delle lavoratrici, infatti, non è più intercorsa alcuna trattativa “Dopo un confronto serrato – spiega Letizia Carmignani, rappresentante della Fp CGIL – le lavoratrici hanno espresso la determinazione di coinvolgere il Prefetto nella vertenza, considerando inconsistenti le proposte della parte datoriale”.
Il nodo centrale del contenzioso resta la questione delle sostituzioni “Troppo spesso – prosegue la rappresentante CGIL – a causa della mancanza di sostituzioni alle assenze per malattia, il servizio viene svolto sotto i parametri previsti dalla legge, una situazione non più sostenibile”.
Per i servizi educativi l’Amministrazione ricorre all’utilizzo di circa 65 precarie, per le quali, vista la carenza di organico, potrebbero essere trovate soluzioni occupazionali più stabili “L’età media delle educatrici “stabili” – conclude Carmignani – è elevata, questo contribuisce alle lunghe assenze dovute a patologie importanti, ma le sostituzioni sono il più grande dei numerosi problemi che queste lavoratrici affrontano ogni giorno e per cui sono in stato d’agitazione ormai da mesi. In sede prefettizia ci auguriamo che si aprano degli spiragli, altrimenti inizieremo seriamente a pensare a programmare uno sciopero”.
Per Livorno quello dei servizi educativi era sempre stato un settore di eccellenza “Laddove si sceglie di non investire più nei servizi all’infanzia – commenta Mauro Scalabrini, responsabile autonomie locali della Fp CGIL provincia di Livorno – dobbiamo almeno ripartire dal rispetto del contratto. Certo noi avremmo preferito continuare a parlare di eccellenza, ma non possiamo tollerare che non si rispetti neanche la cornice contrattuale”.

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