Sociale: meno servizi ai cittadini, meno tutela per i lavoratori


La Fp CGIL, la Fp Cisl, la Uil Fpl e la Fisascat Cisl intervengono per chiedere all’Amministrazione Comunale di Livorno chiarimenti in merito alle linee politiche riguardanti il sociale, in quanto, secondo le categorie confederali, l’arretramento del servizio e la diminuzione della tutela di chi lavora nel settore sono elementi ormai fin troppo evidenti.

Appalti di gestione delle strutture di prima accoglienza: Negli ultimi bandi stilati dal Comune manca la clausola sociale che prevede la riassunzione totale dei lavoratori nei cambi d’appalto, la base d’asta e il conseguente corrispettivo viene erogato senza salvaguardare l’occupazione.
Si presentano casi in cui, a parità di somme assegnate, si verificano esuberi nel cambio appalto, dovuti all’utilizzo di personale non dipendente.
Ci preoccupa molto la possibilità, concreta negli ultimi bandi di gara, che l’utilizzo del volontariato sia allargato anche all’erogazione dei servizi essenziali, non solo, quindi, per i servizi aggiuntivi e accessori, i quali determinano la qualità e perciò influiscono sul punteggio di gara.
I bandi non limitano l’utilizzo operatori/volontari, sancendo di fatto un’interscambiabilità, ma un operatore, che stabilmente ricopre l’incarico, acquisisce l’autorevolezza necessaria nei confronti degli assistiti, che, ricordiamo, sono persone afflitte da gravi disagi.
L’utilizzo indiscriminato del volontariato, infatti, non garantisce la continuità del servizio e, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe abbassare indiscriminatamente il costo del lavoro: da un lavoro che prevede una retribuzione a una prestazione pagata con voucher.
Assistenza domiciliare: Negli ultimi tempi, l’aumento dell’utilizzo della compartecipazione è andato di pari passo, in modo direttamente proporzionale, con la diminuzione di richiesta del servizio. Non si può pensare che il bisogno sia diminuito. La causa, a nostro avviso, sta nel fatto che il Comune determina criteri di compartecipazione sempre più onerosi, chiedendo a chi ha bisogno di assistenza di farsi carico sempre di più del servizio, costi che gli assistiti e le loro famiglie non sono più in grado di sostenere.
La possibile introduzione del sistema dei voucher alla famiglia, senza le necessarie prescrizioni per l’utilizzo, rischia di diventare un incentivo al lavoro nero o sottopagato.
Case Famiglia: Le case famiglia sono un altro chiaro esempio di quanto sia inefficace la politica sociale dell’Amministrazione: in una struttura che potrebbe ricevere 8 minori bisognosi, al momento ne sono presenti solo 3 e, dando per scontato che a Livorno i minori bisognosi siano molti di più, non si capisce come questo sia possibile.
Gli operatori, che svolgono servizio di assistenza e sorveglianza, si trovano spesso a presenziare le strutture da soli con un carico di lavoro eccessivo, che non può coincidere con una buona qualità e corretta erogazione del servizio.
In definitiva chiediamo al Comune di Livorno un chiarimento rispetto alle politiche per il sociale, in quanto le scelte fatte fino a questo momento ci sembrano piuttosto politiche di dissuasione che invitano il cittadino a cavarsela da solo.

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