EDUCATRICE “LICENZIATA” DA RANDSTAD A CAUSA DELLE ASSENZE. BELLANDI (NIDIL): “INACCETTABILE: SI VOGLIONO INTIMORIRE LE ALTRE LAVORATRICI”

EDUCATRICE “LICENZIATA” DA RANDSTAD A CAUSA DELLE ASSENZE. BELLANDI (NIDIL): “INACCETTABILE: SI VOGLIONO INTIMORIRE LE ALTRE LAVORATRICI”

Una educatrice operativa presso una scuola dei Servizi educativi del Comune di Livorno è stata “licenziata” da Randstad: l’agenzia di lavoro somministrato di cui si serve il Comune ha infatti contestato alla lavoratrice un numero di assenze nel mese di marzo ritenuto non congruo e dunque non le ha rinnovato il contratto. Quanto avvenuto è inaccettabile: la scuola non ha infatti mai contestato nessuna di queste assenze. Chiediamo pertanto che l’educatrice sia “reintegrata” nel suo posto di lavoro.

Le educatrici somministrate che svolgono il proprio lavoro presso i Servizi educativi del Comune vivono da anni in una condizione di pesante precarietà e incertezza. A seguito dello scoppio della pandemia i contratti applicati da Randstad a queste lavoratrici hanno la durata di un solo mese. La donna vittima di quest’ingiustizia aveva firmato – per quanto riguarda l’attuale anno scolastico – il primo contratto lo scorso settembre. In tutti questi mesi l’educatrice non ha mai ricevuto contestazioni disciplinari. A marzo la lavoratrice si è dovuta assentare per malattia quattro giorni. Nello stesso mese la donna ha inoltre chiesto e ottenuto tre giorni di permesso per poter stare vicina al proprio figlio malato. Un comportamento che evidentemente non è piaciuto a Randstad: l’agenzia non ha infatti rinnovato alla lavoratrice il contratto di aprile. Per la donna a partire da oggi si aprono purtroppo le porte della Naspi.

La sensazione è che Randstad abbia voluto “colpire” questa educatrice per intimorire e inviare un messaggio ben preciso a tutte le sue altre lavoratrici somministrate. Quando una lavoratrice somministrata è assente, l’agenzia deve infatti fornire al Comune un’altra educatrice che la sostituisca: tutto ciò si traduce – per Randstad – in un aumento dei costi e di conseguenza in un abbassamento del suo margine di guadagno.

A Randstad chiediamo di “reintegrare” l’educatrice: la sua decisione unilaterale di non rinnovarle il contratto è inconcepibile e genera oltretutto un importante contraccolpo negativo sul piano della continuità pedagogica.

Riteniamo inoltre inaccettabile che si continuino ad utilizzare i contratti di 1 mese come spada di Damocle pendente sulle teste delle lavoratrici: è giunto il momento che si discuta in modo concreto sulla firma di contratti che abbiano una durata ininterrotta da settembre a giugno. Al Comune riconosciamo un impegno importante per cercare di arrivare a una progressiva stabilizzazione del personale di questo settore: a nostro giudizio però si può e si deve fare di più.

La battaglia del Nidil-Cgil per tutelare i diritti dell’educatrice “licenziata” e di tutte le lavoratrici somministrate proseguirà senza indugi: nei prossimi giorni ci riuniremo in assemblea con le lavoratrici e valuteremo insieme le iniziative di protesta da mettere in atto.

Filippo Bellandi
segretario generale Nidil-Cgil provincia di Livorno

Tagged with

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.