DIRITTI DEI LAVORATORI, SCONCERTO PER LE PAROLE DI FRANGERINI. NELLE SCUOLE SI INSEGNI IL RISPETTO E NON LA COMPETIZIONE TRA ESSERI UMANI

DIRITTI DEI LAVORATORI, SCONCERTO PER LE PAROLE DI FRANGERINI. NELLE SCUOLE SI INSEGNI IL RISPETTO E NON LA COMPETIZIONE TRA ESSERI UMANI

Sul Tirreno in edicola ieri leggiamo con stupore le dichiarazioni effettuate dall’imprenditore Stefano Frangerini nel corso del suo intervento all’istituto Orlando di Livorno (presenti la vicepreside Alessandra Sian e Elena Pozzoli di Confindustria).
A destare sconcerto sono frasi come: “Lavorare significa alzarsi la mattina alle sette, alle otto essere già al proprio posto in azienda e all’inizio non esiste l’orario di lavoro. Si può andare avanti fino alle 21/22. Ovvio che gli spazi personali servono, ma chi vuol emergere, deve garantire un impegno massimo. Se non produci, se non porti a casa il risultato, vai a casa”. Stesso discorso per dichiarazioni quali “dovete dimostrare di essere i migliori, essere spietati in senso buono” o “se percepite cosa succederà avrete una vantaggio sulle altre persone”.
Riteniamo che esse siano frasi gravi e fuori dal contesto storico, frasi che evidenziano purtroppo l’assenza della percezione di un mondo in cui la concorrenza spietata tra persone sta causando uno squilibrio sociale senza precedenti e danni sociali incalcolabili.
Da parte di un imprenditore che opera in un settore delicato come l’edilizia ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso. Stiamo infatti parlando di un comparto in cui il lavoro grigio sta aumentando, e dove spesso si creano sacche di irregolarità diffusa. Sarebbe sicuramente stata auspicabile maggior attenzione nei confronti dei diritti dei lavoratori e una concenzione non “padronale” dell’economia.
Ricordiamo a tal proposito che ogni anno nel settore dell’edilizia muoiono centinaia di lavoratori a causa del non rispetto, da parte delle imprese, delle norme base in tema di sicurezza. Senza contare gli incidenti mortali che si verificano a causa di ritmi di lavoro insostenibili, magari proprio perchè qualcuno può esser stato costretto a lavorare ininterrottamente dalle 8 alle 22.
Se per il profitto bisogna essere “spietati in senso buono” calpestando la dignità e i diritti dei lavoratori, allora possiamo dire che questo Paese ha un problema enorme: la presenza di imprenditori spietati ma buoni che non guardano in faccia nessuno pur di emergere a qualsiasi costo e a qualsiasi condizione.
Ovviamente come Cgil continueremo a spada tratta a lottare per difendere la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici: nei confronti degli imprenditori che non rispettano i diritti dei propri dipendenti saremo anche noi altrettanto “spietati in senso buono”.
Sollecitiamo infine le scuole e l’Amministrazione comunale di Livorno a velocizzare l’organizzazione di lezioni in tema di diritti dei lavoratori e sicurezza sul lavoro, così come concordato al Tavolo sulla formazione: perché nelle scuole si devono insegnare i diritti, il rispetto e non la competizione tra esseri umani.

Fabrizio Zannotti
segretario generale Cgil provincia di Livorno

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