BRACCINI (FIOM): “PENSIONI E STATO SOCIALE, UNA BATTAGLIA DI CIVILTA’. È IL MOMENTO DI LOTTARE ANCHE CONTRO TUTTE LE GUERRE”

BRACCINI (FIOM): “PENSIONI E STATO SOCIALE, UNA BATTAGLIA DI CIVILTA’. È IL MOMENTO DI LOTTARE ANCHE CONTRO TUTTE LE GUERRE”

Troppo facile dire che non ci sono le condizioni economiche, se un Governo si era posto l’obiettivo di modificare, o abrogare o aggiustare il sistema previdenziale, doveva avere anche chiaro dove andare a prendere le risorse.

Dicevano che la Legge Fornero è una Legge fatta male, che è discriminatoria, che si doveva tornare a quota 41, gli assegni minimi dovevano portarli a mille euro e opzione donna doveva essere resa strutturale. Invece nel 2024 si passerà a quota 104 e opzione donna sarà cancellata.

Si va verso una stretta alla spesa, e di conseguenza si uscirà con più difficoltà dal lavoro, in un contesto economico difficile, con in corso ristrutturazioni aziendali e crisi di interi settori industriali. Vi è un grave inasprimento per accedere al pensionamento anticipato, si ritorna a 63 anni di età e 35 anni di contributi per le donne e 36 per gli uomini, in un contesto nazionale dove la condizione femminile è ulteriormente penalizzata.

È necessario invece estendere la flessibilità nell’accesso alla pensione, permettendo alle lavoratrici e ai lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione e senza penalizzazioni, a partire dai 62 anni di età e comunque con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. E’ evidente che senza un lavoro dignitoso non può esistere una pensione dignitosa. Vi sono oggi invece troppi lavori discontinui e lavori poveri, fenomeni che coinvolgono sicuramente i più giovani e le donne, ma anche chi ha già lavorato molti anni ed ha perso il lavoro.

Intervenire sul sistema previdenziale resta una priorità, perché a breve rischiamo di trovarci di fronte ad una emergenza sociale. Vi è poi il problema dell’adeguamento delle condizioni pensionistiche alla speranza di vita e bisogna dare sostegno alle categorie più deboli.

Vi è la necessità di dar vita alla creazione di una pensione contributiva di garanzia che consideri anche i periodi di disoccupazione e basse retribuzioni, in modo da assicurare a tutti un assegno pensionistico dignitoso.

Inoltre, nella manovra del governo non c’è alcuna risposta rispetto alla grave condizione salariale che vivono i lavoratori italiani ed i pensionati. Il potere d’acquisto dei salari è falcidiato da un’inflazione ormai fuori controllo, vi è un’autentica impennata dei prezzi, dove sembra che nessuno abbia responsabilità, ma invece vi sono precise responsabilità.

Quella delle pensioni, dello stato sociale e dei salari è una questione fondamentale perché investe tutti i lavoratori italiani. Intere fasce di popolazione sempre più sono a rischio di povertà e aumentano i poveri anche tra chi lavora. Un fenomeno che riguarda tutta l’Europa, con particolare accentuazione però in Italia.

L’Europa deve tornare ai suoi valori fondanti quali: democrazia, uguaglianza, stato di diritto, diritti umani e contro tutte le guerre. La vocazione neoliberista ha inesorabilmente fallito e se non usciamo dall’asservimento del volere americano e dal battersi per la pace, la guerra in Ucraina e quella in medio oriente, non solo provocherà migliaia di morti innocenti per interessi oscuri, ma rischia di mettere a repentaglio la sicurezza dei paesi europei e la loro economia. Le organizzazioni sindacali hanno il dovere di avviare un percorso di mobilitazione che duri nel tempo per fermare le armi, prima che sia troppo tardi, e per cambiare il grave contesto economico e sociale che stiamo vivendo.

Massimo Braccini (segretario generale Fiom Toscana, Livorno e Grosseto)

Tagged with

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.