La Fp CGIL territoriale chiede al prefetto di Livorno l’attivazione immediata di un tavolo per discutere dell’interruzione dei collegamenti con l’isola e, quindi, con il carcere di Gorgonia, eventualità per cui la categoria ha già proclamato lo stato di agitazione
E’ ancora emergenza sull’isola carcere dell’arcipelago toscano: se da un lato il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria vanta Gorgonia come fiore all’occhiello del sistema detentivo, che purtroppo, a causa di ciò che accade in altri istituti, viene condannato a Strasburgo per “trattamento inumano”, dall’altro la stessa Amministrazione Penitenziaria sembra dimenticare il particolare disagio sofferto dai suoi lavoratori e dai cittadini.
Ed e’ a questi che nei giorni scorsi e’ stata comunicata una drastica riduzione del servizio di collegamento navale con la terraferma sino al 28 Luglio, data dopo la quale, si passerà dal disagio al disastro, perché il giorno successivo non e’ dato sapere se esisterà ancora un minimo servizio di collegamento col porto di Livorno.
Un provvedimento appesantito dalle avarie che hanno colpito le ultime due motovedette disponibili, che non sollevano l’Amministrazione dalla responsabilità di non aver previsto per tempo la manutenzione e sostituzione di quelle imbarcazioni ormai vecchie, malridotte, nate per il solo servizio di vigilanza e dunque inadeguate al trasporto dei passeggeri.
I lavoratori presenti sull’isola rischiano “l’isolamento in carcere” e, allo stesso modo , ai cittadini detenuti e alle loro famiglie sarà negato il diritto ai colloqui.
In questo contesto ci chiediamo come verrà garantita la sorveglianza sanitaria e il diritto di cure mediche, o semplicemente il servizio mensa, in assenza di collegamenti marittimi.
In questo quadro catastrofico si registrano due recenti gravissimi episodi violenti che hanno messo a rischio perfino la sicurezza di operatori e detenuti: alcune settimane fa l’aggressione portata da un detenuto armato di sgabello in danno di un Assistente di Polizia Penitenziaria e, in questi giorni, le lesioni riportate durante una colluttazione tra due detenuti che hanno richiesto, per uno dei due, il ricovero urgente per mezzo dell’Elisoccorso.
Ma l’Amministrazione Penitenziaria riesce ad aggiunge al danno la beffa, e per la prima volta in 148 anni di storia del Carcere di Gorgona, i lavoratori saranno costretti a pagare un canone d’affitto per le stanze occupate in caserma, nonostante l’assenza di collegamenti e di alloggi privati da locare o acquistare.
Ce n’e’ abbastanza, secondo la Segreteria della Funzione Pubblica CGIL di Livorno, per proclamare lo stato di agitazione di tutti i lavoratori e chiedere al Prefetto l’immediata apertura di un tavolo di confronto.
Confronto che dovrà coinvolgere ogni istituzione interessata, per garantire che il Carcere di Gorgonia rilanci la sua meritoria azione di rieducazione dei cittadini detenuti, attraverso l’impiego di ogni risorsa e sostegno necessario ad assicurare la previsione costituzionale di una pena che deve tendere alla piena rieducazione e al rispetto dei diritti dei lavoratori.