8 marzo: Le donne vogliono lavoro!

8 marzoUna vignetta realizzata dalla fumettista Ellekappa campeggia nei manifesti che la CGIL ha dedicato quest’anno alla festa dell’8 marzo. “Il Paese sta entrando in recessione da vero gentleman” osserva uno dei due personaggi raffigurati. “Prima le donne” risponde l’altro. Un’amara ironia che ritrae una drammatica realtà in cui le donne sono i soggetti più esposti alle dure conseguenze della crisi economica, come già rilevato dall’ISTAT: la disoccupazione femminile, continua ad aumentare, raggiungendo il dato preoccupante del 9,9%. ‘Le donne vogliono Lavoro!’ perchè lavoro significa indipendenza economica e garanzia di una pari opportunità tra i sessi. Per questo la CGIL rivendica risorse per una piena occupazione femminile a partire dalle giovani generazioni, il superamento delle discriminazioni nell’accesso al lavoro e nelle retribuzioni salariali. “L’occupazione delle donne è motivo di crescita del Paese e moltiplicatore di lavoro” afferma Rosanna Rosi, Responsabile delle Politiche di Genere della CGIL Nazionale che, citando dei dati forniti da Bankitalia, sottolinea come il lavoro femminile produrrebbe una crescita del PIL del Paese pari ad un +7%. Inoltre, sottolinea Rosi, per rafforzare il ruolo della donna nella vita economica e sociale del Paese è necessario “investire sui servizi, sul welfare, favorendo le politiche di sostegno alle famiglie”. La parità retributiva tra donne e uomini, secondo la CGIL, è un altro obiettivo fondamentale per il raggiungimento di una piena parità di genere. Una donna nell’Unione europea guadagna in media, nell’arco della sua vita, il 17,5% in meno rispetto ad un suo collega uomo. Lo scarto salariale tra i sessi implica, quindi, – avverte il sindacato – pensioni più basse per le lavoratrici, che, in età avanzata, sono le più esposte al rischio povertà. E’ proprio al tema della differenza di retribuzione tra uomini e donne, ormai immutata da circa dieci anni, che la Confederazione Internazionale dei Sindacati (CSI – ITUC) dedica l’8 marzo 2012, mentre l’Unione Europea ha promosso per il 5 marzo scorso la prima giornata europea per la parità retributiva tra donne e uomini.

In occasione della festa delle donne, la CGIL torna ad incalzare il governo: “Subito la legge contro le dimissioni in bianco”. “Chiediamo – afferma Rosi – il ripristino di una norma che argini la pratica illegale, ma purtoppo molto diffusa, delle dimissioni in bianco. Continueremo – conclude – insieme all’appello ‘188 firme per la legge 188’ a batterci per il ripristino di una norma di civiltà”.

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