La pensione di reversibilità è un diritto. Spi: Basta colpire i più deboli.

spiBasta fare cassa con le pensioni e basta colpire i pensionati: questo il grido lanciato dallo Spi Cgil di Livorno all’indomani dell’arrivo alla Commissione Lavoro della Camera del disegno di legge delega del Governo sulla lotta alla povertà che interviene sul diritto alla pensione di reversibilità, ovvero la parte ridotta di pensione che resta al coniuge in caso di morte di uno dei due. “Secondo questo disegno di legge le reversibilità vengono considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali” si legge in un volantino che i pensionati stanno distribuendo in questi giorni “Che cosa significa e che cosa comporta tutto questo? Significa che l’accesso alla pensione di reversibilità sarà legato strettamente all’Isee, per il quale conta il reddito familiare e non quello individuale. Di conseguenza il numero di coloro che vi avranno accesso inevitabilmente si ridurrà e saranno tante le persone che non si vedranno più garantito questo diritto” e prosegue “Questo non è solo profondamente ingiusto ma è anche tecnicamente improprio e rischia di aprire un contenzioso anche a livello giuridico: La pensione di reversibilità infatti è una prestazione previdenziale a tutti gli effetti, legata ai contributi effettivamente versati che in molti casi, dunque, sparirebbero nel nulla, o meglio, resterebbero nelle casse dello Stato”. Ancora una volta quindi ad essere colpiti saranno i pensionati e soprattutto le donne dal momento ché l’età media degli uomini è più bassa e la reversibilità è quindi una prestazione che riguarda soprattutto queste ultime, inoltre le donne sarebbero doppiamente colpite perchè hanno una pensione mediamente inferiore a quella degli uomini e questo provvedimento rischierebbe di impoverirle ulteriormente. “Questa proposta è uno spregio alle pensionate e ai pensionati e ci batteremo perchè venga ritirata. Ne vale del futuro pensionistico di tante persone e della dignità di un governo che non può pensare di fare cassa sulle spalle dei più deboli”


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