Lucchini: Gabrielli Fiom:”Non c’è più tempo. A settembre serie di iniziative’

lucchini cornice«DOBBIAMO progettare il nostro futuro». Luciano Gabrielli segretario Fiom Cgil fa il punto della situazione Lucchini-Jindal e annuncia “battaglia” a settembre se non partiranno le iniziative e i progetti. “Bisogna superare la burocrazia, bisogna non piangersi più addosso e programmare il nostro futuro per i prossimi anni. Non è più il tempo né di rinvii né di promesse non mantenute”. E chiaro Gabrielli che ha messo in fila le priorità per lo stabilimento, operai, città e territorio. “Partiamo dicendo che il sindacato non farà il notaio, quindi l`accordo deve avere garanzie per tutti i lavoratori. Va trovato il giusto equilibrio per tutti. Altrimenti la nostra firma non è così scontata. Vanno subito liberate le aree, gli impianti improduttivi non possono restare lì a marcire-incalza Gabrielli – le aree vanno liberate possono essere interessanti per altri investimenti”. E qui il segretario Fiom lancia un segnale importante. “I bandi sono importanti, ma molte opere possono essere gestite all`interno della fabbrica senza passare dai bandi. Il governo affidi dunque le attività al commissario, questo comporterebbe una ripartenza del lavoro subito. E l`ora di muoversi. Bisogna superare la burocrazia e i tempi morti. Qui di tempo non ce ne è più. Siamo al dramma sociale”. E proprie ieri molti lavoratori della 3M hanno di nuovo protestato per la mancanza della retribuzione sperata. Gabrielli ha ricordato l`importanza del tavolo della regia locale per l`accordo di programma ritenuto “fondamentale per far partire le iniziative”. E soprattutto ha ribadito la necessità di pensare ad una”nuova area fusoria. La faccia chi vuole, ma serve investirci subito per tornare a produrre acciaio quanto prima. Renzi non può parlare di futuro ed acciaio senza una nuova area fusoria. Se viene a Piombino possiamo parlarne”. Preoccupa la situazione di JindalLucchini. “DALLA trattativa privata non arriva nessuna notizia. Per adesso i numeri sono insufficienti sia sul piano occupazionale che economico” ha concluso Gabrielli. L`auspicio di tutti è che dal punto di vista occupazionale Jindal possa salire almeno sopra quota 1000 lavoratori (per adesso siamo a 700), questo permetterebbe – con ogni

probabilità – all`azienda di avere risorse necessarie per garantire la solidarietà agli altri operai che resterebbero fuori, e poi non è esclusa magari anche la vendita dei macchinari e impianti per far

cassa.

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