Sicurezza in agricoltura: il bilancio della Flai CGIL Livorno

agricoltura

Malattie Professionali

Nell’agroalimentare le patologie più diffuse sono quelle derivanti da mezzi vibranti per chi opera con mezzi meccanici e il tunnel carpale, nonostante la prevenzione, per quanti svolgono un lavoro manuale. Il lavoro manuale resta una priorità per le aziende, in quanto garantisce un prodotto di maggiore qualità.

Sicurezza

Sul territorio principalmente registriamo incidenti per ribaltamento dei trattori, che però avvengono nell’ambito delle attività familiari.

Nelle aziende più grandi e strutturate la sicurezza è molto alta e gli operatori sono formati, perciò sul territorio non sono molto frequenti gli episodi di infortunio.

In realtà la nostra preoccupazione maggiore è per gli operatori a tempo determinato delle piccole e medie aziende che, per paura di non essere confermati per la campagna successiva, evitano di denunciare gli infortuni, ricorrendo piuttosto alla malattia, perciò è impossibile quantificare con precisione il numero degli infortuni sul territorio.

In agricoltura, in ogni caso, è stato già raggiunto un obiettivo che secondo noi è fondamentale: il numero degli infortuni non è un criterio per il premio assicurativo delle aziende e questo dovrebbe consentire un maggior numero di denunce.

Nel caso di addetti che denunciano e operano in aziende strutturate, il ritiro della denuncia non avviene quasi mai, maggior rischio di ritiro si presenta nelle denunce di caporalato, in quanto chi le presenta va incontro, inevitabilmente, a fenomeni di intimidazione.

Con la crisi le aziende hanno teso a operare risparmi ma, rispetto ai dati ufficiali, non possiamo dire che in agricoltura sul nostro territorio esista una “emergenza sicurezza”.

Ci sono alcuni settori, però, per esempio il taglio del bosco, di cui non si conoscono approfonditamente le dinamiche e, invece, dovrebbero essere maggiormente monitorati.

Voucher, manodopera in nero, caporalato

Dai nostri dati il voucher è uno strumento scarsamente utilizzato, in quanto, quando è stato “liberalizzato”, unitariamente i sindacati confederali di categoria, Flai CGIL, Uila Uil e Fai Cisl, hanno fatto una battaglia di contrasto che è risultata efficace, limitandolo ad alcuni ambiti. L’utilizzo di manodopera in nero, invece, è una violenza per chi subisce un tale trattamento lavorativo, particolarmente in impieghi che richiedono sforzi fisici importanti come in agricoltura, e rappresenta uno strumento di concorrenza sleale nella commercializzazione dei prodotti, disincentivando le aziende a creare buona occupazione. In quale misura venga utilizzata per noi è un dato difficile da ottenere, comunque, è certo che, quando veniamo a conoscenza di situazioni di illegalità, ci attiviamo per recuperare le prove affinché emergano. L’impegno della Flai a contrasto dello sfruttamento è a tutto campo e su tutto il territorio nazionale: siamo in attesa dell’approvazione del decreto legge a contrasto dei fenomeni di caporalato che, nel nostro territorio, purché raramente sfocino in atti di violenza, sono comunque esistenti.

Michele Rossi                                                                                    

segretario generale della Flai CGIL Livorno

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