Finmeccanica One Company, firmata l’ipotesi di integrativo

wass
Finmeccanica One Company , costituitasi il 1° gennaio 2015, attraverso la fusione di Augusta Westland, Alenia Aermacchi, Seles ES, Oto Melara e Wass, rappresenta la più grande azienda tecnologica italiana e tra le più importanti al mondo nel settore Aerospazio, Difesa e Sistemi, occupando oltre 28.000 persone, alle quali aggiungere decine di migliaia di lavoratori nell’indotto.
Il 2 Febbraio 2016, Fim, Fiom e Uilm nazionali e territoriali e la delegazione trattante delle RSU, hanno firmato l’ipotesi di accordo di 2° livello con la nuova Finmeccanica, che sarà validato dal risultato positivo del referendum collettivo: questo è la prima volta che accade in Finmeccanica.
L’intesa, arrivata a valle di un lungo e complesso negoziato iniziato lo scorso 17 Settembre, aveva come obiettivi:
l’uniformità dei trattamenti dei lavoratori nella nuova azienda al fine di rendere più efficace ed efficiente l’operatività all’interno del Gruppo;
aumentare la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, attraverso l’individuazione di obiettivi di produttività direttamente correlati al sito produttivo e sindacale:
il mantenimento degli attuali trattamenti salariali;
l’attenzione alle esigenze del contesto geografico e sociale.
Questa trattativa nasce da un percorso contrattuale di 2°livello anomalo, ovvero un’inversione dei ruoli, in cui l’azienda ha fatto delle proposte, puntuali e dettagliate e ai sindacati è spettato il compito di valutarle, accettarle e quindi controbatterle.
Le difficoltà sono state accentuate dall’input aziendale di una risoluzione in tempi strettissimi.
Considerando che aver raggiunto un’ipotesi di accordo è un risultato positivo, la trattativa ha funzionato perché le rappresentanze sindacali hanno recepito le esigenze aziendali di rinnovamento in un contesto aziendale difficile per la situazione generale in cui versano tutte le aziende del nostro paese e per la situazione mondiale del settore, che vede una competizione spinta e agguerrita perché forte dell’appoggio dei propri governi più che in Italia.
Un ruolo importante è stato svolto dalla FIOM in tal senso e su questo è necessaria una premessa.
L’azienda, che ancora non ha presentato un piano industriale definitivo e chiaro, non ha voluto inserire nella procedura ex. Art.47 la dichiarazione per cui si impegnava a individuare con le OO.SS. percorsi condivisi e finalizzati all’utilizzo di strumenti conservativi dell’occupazione e non traumatici, ovvero ad evitare i licenziamenti.
Perciò la FIOM ha rigettato l’art.47, non firmandolo.
Tuttavia la FIOM ha deciso di rimanere al tavolo della trattativa, prendendo una posizione chiara a favore dei lavoratori, ma senza ostracismo e in maniera propositiva.
Tale atteggiamento è stato, probabilmente, apprezzato dall’azienda che ha preteso di scegliere tra un’unica ipotesi di accordo con le OO.SS. e l’annullamento di qualsiasi contrattazione di 2° livello.
E tale atteggiamento è stato apprezzato anche dai lavoratori di Finmeccanica; infatti, di fronte a uno stallo della contrattazione e alla minaccia di abbandonare il tavolo alla fine dell’anno scorso, sono stati proprio gli scioperi organizzati dalle OO.SS. a far ritornare l’azienda al tavolo e a lasciare aperta la trattativa, al fine di discutere i punti in cui si prospettava la perdita di alcuni diritti importanti presenti nelle contrattazioni precedenti, ovvero quelli legati al welfare, agli orari di lavoro e alle agevolazioni alle famiglie.
L’ultimo sciopero a La Spezia di Oto Melara, che ha avuto l’adesione del 98% dei dipendenti, ha permesso di mantenere in essere per il sito la contrattazione precedente, nei punti riguardanti welfare e orari di lavoro, anche a grazie alla firma dell’ipotesi di accordo da parte delle rappresentanze sindacali nazionali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.