Morte sul lavoro,la sentenza: Riza è morto perché non è stata garantita sicurezza

vespucci

Dopo sei anni la famiglia ottiene giustizia per la morte sul lavoro di Riza Strazimiri, operaio deceduto a seguito di una caduta mentre lavorava, di sabato, alla costruzione di un capannone nell’Interporto Toscano Vespucci. “La Fillea Cgil ha seguito interamente l’iter legale – esordisce la Fillea Cgil provincia di Livorno – la condanna del Tribunale arriva con grave ritardo, purché, a nostro avviso, fosse evidente l’assenza di qualsiasi misura di sicurezza: Riza lavorava passando da una piattaforma a un impalcatura, saltando e spostando lastre da una parte all’altra, senza alcuna protezione”. Il giudice di Livorno ha condannato, in misura diversa, alcuni degli imputati nel processo per la morte dell’operaio di origine albanese, riconoscendo che non erano state tenute in considerazione, sul luogo di lavoro, le dovute norme di sicurezza. La Fillea Cgil provincia di Livorno, pur non essendosi costituita parte civile, ha seguito la vicenda fin dall’inizio ed è stata, passo dopo passo, accanto ai familiari “Fin dall’inizio – sottolinea la segreteria Fillea – abbiamo sostenuto che le norme di sicurezza non erano state rispettate e che la morte di Riza era evitabile. Nel dolore, l’unica consolazione è che la giustizia abbia riconosciuto tali circostanze, sottolineando, ancora una volta, quanto sarebbe stato più essenziale osservare le norme di sicurezza: primo per evitare una tragedia che ha stravolto la vita di molte persone e, secondo, sarebbe stato un guadagno per l’immagine e anche per le tasche dei condannati, chiamati oggi a sostanziosi risarcimenti”. “Abbiamo consigliato alla famiglia gli avvocati che hanno seguito con pazienza e professionalità la vicenda – prosegue la Fillea – i congiunti sono riusciti a vedersi riconoscere almeno un corrispettivo economico che, certamente, non esaurisce la responsabilità morale di aver strappato un lavoratore alla vita in modo assurdo”. “Il nostro pensiero va a tutti i morti sul lavoro – conclude la Fillea Cgil – anche a Livorno abbiamo avuto gravi episodi che si sarebbero potuti evitare. L’imposizione di una più rigida applicazione delle norme e una giustizia più tempestiva sarebbero elementi necessari affinché la cultura della sicurezza sul lavoro diventi la prassi e non un evento straordinario”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.