Securpol: mancato accordo sugli esuberi, si passa alla sede ministeriale

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Il 28 aprile si è tenuto l’incontro programmato con Securpol nell’ambito della procedura di mobilità avviata dall’azienda e riguardante 254 esuberi su tutte le filiali ad esclusione di Roma, che, a dire dell’azienda, non è esclusa definitivamente, ma sarà interessata in una fase successiva.

Come da noi richiesto in occasione del precedente incontro, l’azienda ha presentato una proposta alternativa ai licenziamenti che dovrebbe calcare quanto a suo tempo stabilito per la filiale di Avezzano.

La proposta è così articolata:

– trasformazione dei contratti di lavoro individuali a part time 28 h settimanali;
– un non meglio definito pacchetto di ore di flessibilità per consentire di coprire eventuali emergenze e/o servizi;
– Congelamento della maturazione della 14a;
– Congelamento della maturazione delle giornate di permesso;
– Orario di lavoro articolato su 4 giorni settimanali per il trasporto, per 7 ore, ed articolato su 5 giorni per 6 ore per il piantonamento fisso.

Abbiamo unitariamente e in modo definitivo respinto qualunque ipotesi di deroga al CCNL (14a e permessi), rendendoci disponibili ad una riduzione dell’orario di lavoro, tale da assorbire gli esuberi, esclusivamente attraverso il ricorso ai Contratti di solidarietà (Cds).

Inoltre dovranno essere azzerati tutti gli accordi preesistenti, prevedendo anche le modalità di recupero della banca ore e della BTA e dovranno essere definite regole per la gestione dei Cds e dell’organizzazione del lavoro tali da garantire equità e trasparenza. L’azienda ha più volte insistito, senza per altro addurre motivazioni oggettive e chiare, sul l’impossibilità di ricorrere ai Cds e da parte nostra abbiamo, invece, ribadito di riconoscere in quello strumento l’unica strada percorribile.

A seguito di un breve confronto al nostro interno, abbiamo nuovamente ribadito la nostra posizione, chiedendo all’azienda di dare risposta precisa sulla possibilità di ricorrere ai Cds, dando, in tal caso, la nostra disponibilità ad un successivo incontro per approfondire gli aspetti specifici di merito di un possibile accordo.
Poiché Securpol ha ribadito che non ritiene i Cds una risposta utile agli obiettivi che intende raggiungere, l’incontro si è concluso senza successivi aggiornamenti. Abbiamo perciò proceduto ad attivare le procedure di raffreddamento previste dalla legge per promuovere successive mobilitazioni.

Poiché la fase sindacale si è ormai conclusa e Securpol dovrebbe procedere a richiedere convocazione al Ministero del Lavoro, si presume che, qualora nei prossimi giorni l’azienda non desse segnali di voler riprendere il confronto sindacale su posizioni diverse, difficilmente si potrà raggiungere un accordo presso il Ministero del Lavoro.

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Di seguito la disdetta degli accordi:

Il perdurare e l’aggravarsi della criticità della posizione economico/finanziaria di Securpol, la decisione di avviare la nota procedura di licenziamento collettivo per ben 254 lavoratori, l’incomprensibile rifiuto di ricorrere ad ammortizzatori sociali conservativi, volti anche alla sperimentazione di un modello organizzativo tale da gestire gli esuberi, ci hanno fatto giungere alla conclusione che gli accordi fin qui sottoscritti non hanno più ragione di essere applicati oltre. Infatti, pur consapevoli dei sacrifici che comportavano per i lavoratori, avevano lo scopo di salvaguardare l’occupazione in un processo di risanamento aziendale. Per stessa ammissione di Securpol, non solo non sono stati raggiunti gli obiettivi sperati, ma la situazione si è aggravata, tanto da giungere alla dichiarazione degli esuberi suddetti, che invece quegli accordi avrebbero dovuto evitare.
Pertanto abbiamo deciso di inviare formale disdetta di tutti gli accordi, a partire da quello firmato in data 09 marzo 2013, chiedendo all’azienda di ripristinare il corretto pagamento degli straordinari contenti ed accantonati.

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