UniCoop Tirreno posticipato il referendum sull’accordo

Il 6 giugno  si è svolto l’incontro con Unicoop Tirreno per proseguire sui demandi dell’accordo quadro nell’ambito della procedura di mobilità e dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Le parti hanno sottoscritto l’accordo di espletamento della procedura, che si è conclusa definitivamente con il criterio della non opposizione al licenziamento e hanno riconfermato gli incentivi stabiliti nell’accordo quadro.
Le parti hanno inoltre affrontato la discussione sugli ammortizzatori sociali ma si sono evidenziate
alcune criticità.
Per quanto concerne la CIGS per crisi per la sede di Vignale, l’impresa sostiene la necessità di poter applicare la cassa integrazione a zero ore per una parte importante dei lavoratori in esubero.
Per Filcams, Fisascat e Uiltucs tale posizione non è sostenibile: per quanto comprendiamo che non tutte le mansioni siano fungibili e che la cassa integrazione potrà incidere diversamente tra i lavoratori, riteniamo che la sospensione a zero non sia una soluzione percorribile. Diversamente dalla proposta dell’impresa, le organizzazioni sindacali ritengono che si debbano individuare le percentuali medie e massime di solidarietà e i criteri generali di rotazione nell’accordo nazionale e demandare la verifica nel dettaglio delle mansioni e dell’incidenza della cassa integrazione a livello territoriale.
Per quanto concerne il Contratto di Solidarietà della rete vendita, bisogna definire meglio i criteri con cui la solidarietà verrà applicata in quanto, pur ammettendo una diversificazione della solidarietà tra reparti e ruoli non fungibili: non è immaginabile che l’articolazione della solidarietà sia gestita unilateralmente dall’impresa.
Filcams, Fisascat e Uiltucs ritengono inoltre poco chiare le risposte dell’impresa cooperativa sulla modifica del testo originale che è stata aggiunta a mano nell’accordo fatto postumo con altra sigla sindacale.
Ribadiamo imprescindibile la necessità di escludere che la valutazione sull’apertura di una nuova
procedura di mobilità sia fatta congiuntamente alle organizzazioni sindacali, ruolo a cui nessuno si
dovrebbe prestare.
Le organizzazioni sindacali hanno inoltre ribadito che è inammissibile che l’impresa stia agendo
unilateralmente nell’applicare la flessibilità degli orari in deroga al Ccnl, nell’avviare processi di
riorganizzazione dei punti vendita, comandare trasferte, ampliare orari e assumere tempi determinati.
Il tutto in costanza di una procedura di mobilità.
In virtù di questa serie di criticità l’incontro per definire gli ammortizzatori sociali è stato rimandato al 14 Giugno 2017, l’incontrò potrà essere produttivo solo se nel frattempo verranno svolti gli incontri territoriali per dirimere le criticità segnalate.

Il referendum sull’accordo viene pertanto posticipato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.