E’ iniziata la campagna di mobilitazione delle educatrici somministrate dell’appalto dei servizi educativi del Comune di Livorno che, dopo dieci anni di precarietà, chiedono maggiori certezze.
Da dieci anni sono sempre le stesse 80 persone che gravitano nell’appalto, garantendo la continuità del servizio, poco importa quale agenzia le somministri “Da tempo denunciamo un abuso dello strumento della somministrazione – dicono i sindacati – con lo sblocco delle assunzioni, l’endemica carenza di organico nei servizi educativi avrebbe dovuto essere almeno arginata se non risolta”
A questo dato si aggiunge l’elemento della precarietà e dell’atipicità dei contratti “Fermo restando che l’ingresso in organico comunale deve avvenire attraverso un concorso pubblico – sottolineano i sindacati – è necessario riconoscere alle somministrate, che da anni operano nelle nostre scuole, il servizio reso, ma al momento ci è negata anche questa discussione, in quanto, da parte dell’Amministrazione, ancora non è giunto nessun piano di assunzioni, come richiesto invece all’unanimità dal Consiglio Comunale lo scorso 15 settembre”
Questo altalenare da un’Agenzia all’altra, ha gettato nel dramma tutte le lavoratrici somministrate, in maggioranza giovani madri con bambini piccoli “E’ una situazione assurda che da parte nostra è impossibile gestire – raccontano Bellandi e Distaso, nell’ordine Nidil CGIL e UilTemp – ogni volta che dobbiamo annunciare loro un ribaltamento, queste donne sprofondano in un nuovo dramma”
Una situazione arrivata al limite, che molte delle lavoratrici non tollerano più “Da parte nostra –proseguono i rappresentanti sindacali – abbiamo consigliato loro di accettare le condizioni date, non abbiamo e non hanno altra scelta:se avessero deciso di sottrarsi alla firma, l’agenzia interinale non avrebbe fatto altro che chiamare il numero di telefono successivo, con il risultato che una forma di protesta si trasformerebbe nella perdita del lavoro, almeno fino a dicembre”.
Dicembre, questo il termine che l’Amministrazione ha chiesto al Tar per una sentenza definitiva, ma è impossibile, in questo quadro di ricorsi e contro ricorsi, avere certezze e lavoratrici e sindacati non ci stanno “La politica deve assumersi le proprie responsabilità – annunciano i sindacati –per questo è iniziato un intenso periodo di mobilitazione, partito con la presenza delle educatrici in consiglio comunale, in quanto l’Amministrazione, per cui di fatto le educatrici prestano la loro professionalità, deve farsi carico del loro percorso lavorativo e del benessere dei bambini, primi destinatari del servizio”.