I Lavoratori e le Lavoratrici restano motore fondamentale dei cambiamenti.
Oggi possono e devono scegliere tra la Paura e il Futuro
Si può fare finta di nulla. E anche pensare che “… Tanto non riguarda mica noi !!?”,
ma sarebbe un duplice errore e un peccato di semplice e cieco egoismo.
Perché se e quando c’è uno Sciopero Generale -come quello del Primo luglio 2016 a Livorno/Collesalvetti/Rosignano Marittimo- vuol dire che tutti gli altri strumenti NON sono bastati ad ottenere risultati concreti e la cosa ci riguarda da vicinissimo, come cittadini e come persone: non è indifferente vivere in una Comunità produttiva e agiata piuttosto che a Livorno nell’anno 2016, con circa 1500 livornesi che hanno perso il Lavoro e a fine anno perderanno anche il minimo e residuo sostegno al reddito rimasto.
E ci riguarda come Postali: in questi giorni TUTE le Organizzazioni Sindacali, riunite dall’emergenza delle emergenze- ovvero dal Programma di Vendita complessiva del Gruppo Poste che il Governo ha deciso e vorrebbe realizzare alla svelta, hanno annunciato una Mobilitazione articolata e profonda, con tutti gli strumenti che…
Non esclude uno Sciopero Generale della Categoria, che probabilmente saremo chiamati a fare all’inizio del prossimo autunno. E, in questo caso, con l’abusata colonna sonora degli specialisti del lamento- “ … Noi non sappiamo che fine si fa!…” , saremo proprio noi ad aver bisogno di comprensione e di solidarietà, per gli interessi generali che tuteliamo insieme al nostro Lavoro, che sono i Servizi che offriamo e potremmo e vorremmo offrire- di ottima qualità!- se solo ci mettessero nelle condizioni di farlo.
Possiamo far finta di nulla e pensare che “ Tanto non tocca a noi!”, ma invece è vero il contrario:
tocca anche e proprio a noi fare DUE scioperi Generali in pochi mesi: uno per riavere nell’Area di Crisi Complessa Livornese le risposte che servono a ricostruire un tessuto produttivo e civile che è stato messo e rimane in grave sofferenza e l’altro, in autunno, per difendere Poste Italiane dalla deriva di una privatizzazione totale, che metterebbe a rischio i servizi per le cittadinanze, lo stesso assetto aziendale, e il nostro Lavoro.
Le Lavoratrici e i Lavoratori possono e devono scegliere:
SE guardare avanti e accettare un futuro impastato con la quotidiana Paura – di ricevere richieste di prestazioni non fattibili, di contestazioni disciplinari, di pressioni indebite e di minacce più o meno esplicite, di essere distaccati o trasferiti, di ricevere ricatti, piccoli, grandi o medi, di essere colpiti dalla mancanza di rispetto alla persona – OPPURE – indipendentemente da chi governa Livorno o il Paese- scendere in Piazza, misurare ancora una volta se gli viene riconosciuto o meno il ruolo di motore dei cambiamenti concreti e contarsi in tanti…
Per un Futuro di Lavoro che metta al bando le Paure.
Prima che sia troppo tardi.
Beppe Luongo