La Man Hand Work, soggetto a cui Elia ha affidato l’appalto del servizio a terra, disconosce il firmatario dell’accordo sindacale e si allontana sempre di più la prospettiva di un reimpiego per i 50 lavoratori di Elia, che saranno definitivamente a casa a partire dal primo di agosto.
Al tavolo prefettizio della scorsa settimana, al quale erano presenti sia Elia che Man Hand Work, la possibilità del passaggio dei lavoratori nell’appalto era stata legata a un accordo per chiudere la mobilità che Elia aveva aperto licenziando i lavoratori, ancora prima della firma dell’accordo sindacale con la MHW Srl.
Al tavolo era emersa una proposta di Elia sulla chiusura della mobilità, che i lavoratori avrebbero dovuto valutare in assemblea, senonché, durante la riunione, il titolare delle trattative di MHW aveva inviato una mail che liberava i lavoratori dal firmare accordi con Elia, in quanto garantiva il rispetto dell’accordo sindacale sottoscritto, confermando il passaggio di tutti i lavoratori nell’appalto.
“Da giovedì il quadro è cambiato – raccontano Filt CGIL e Fit Cisl – Man Hand Work ha disconosciuto il soggetto che ha seguito tutta la trattativa sindacale e firmato l’accordo, legando nuovamente a un accordo con Elia il riassorbimento dei lavoratori nell’appalto, di conseguenza è stato annullato tutto il lavoro portato avanti fino a questo momento”.
Ogni tipo di trattativa sindacale, perciò, è stata sospesa “Non ci sono le condizioni per trattare con Elia dopo che ha licenziato i lavoratori e successivamente li ha sospesi, sostituendoli con terzisti – spiegano i sindacati – e adesso è venuto a mancare anche il dialogo con l’appaltatore, perciò la prospettiva dei licenziamenti si concretizza sempre di più”.
I sindacati riaprono lo stato d’agitazione dei lavoratori e chiederanno al più presto un nuovo intervento delle Istituzioni “Da parte nostra ci era stato chiesto di firmare un accordo e l’abbiamo fatto – concludono i sindacati – prima Elia l’ha messo in discussione in cambio della firma di accordi tombali sulla mobilità, che non ci competono, adesso MHW l’ha praticamente invalidato. Per questo abbiamo riaperto lo stato di agitazione e chiederemo alla Regione di convocare al più presto un nuovo tavolo di crisi”